La classifica dei migliori dischi dell’anno della redazione di REPEAT
MARCO VEZZARO
Cento di questi anni. Il 2011 è stato un anno stranamente prolifico per le uscite. Tanti ritorni, tante reunion (chiedete al Groezrock), pochi ma pesantissimi scioglimenti (chiedete ai R.E.M.), molte sorprese.
Ho scelto cinque dischetti da cui non si può prescindere. Potevo sceglierne di più, ho pensato che fosse inutile. Perciò farò delle menzioni d’onore per chi si merita una nota, e delle menzioni di disonore per dischi che attendevo e che invece mi hanno deluso.
5. Manchester Orchestra – Simple Math : quando senti che un disco è confezionato con cura maniacale, rischia di suonare manierista il più delle volte. Con loro non accade. Di classe quanto il bianco della loro copertina: la compianta ESTzine avrebbe detto che “l’abito fa il monaco”.
4. Immanu El – In Passage
Avevo una certezza, prima del 2011. Che il post-rock fosse un genere virile. Cazzo duro. Loro me l’hanno distrutta; mi hanno insegnato che anche dei froci possono fare un disco post-rock della madonna.
3. Polar Bear Club – Crash, Battle, Guilt, Pride
Il disco in cui una delle mie band punk-rock preferite in attività ha osato di più. Il carisma dei capiscuola, le intuizioni degli outstanding. Temo che di qui si possa solo declinare.
2. Mogwai – Hardcore will never die but you will
I Mogwai non fanno hardcore. Sono hardcore. In questo ennesimo, straordinario disco è spiegato come ciò sia possibile.
1. Kite Party – Baseball Season
Un’istantanea sbiadita di un tempo che ci sfugge, il ricordo di quella vacanza al mare che non abbiamo mai fatto. Un album inaspettato, breve, intenso e inafferrabile.
A conferma della grande annata per il post-rock ci sono le uscite maestose dei Maybeshewill (I was here for a moment, then I was gone), degli intramontabili Explosions in the Sky (Take Care, Take Care, Take Care) nonché l’ottimo secondo album, che è sempre il più difficile nella carriera di un artista, dei Moonlit Sailor. Virando un po’ sull’emo, You Can’t just leave it all dei Prawn ricorda paurosamente gli Appleseed Cast e questo non può che essere un punto a favore. Aspettando cose nuove, gioiamo della comparsata degli Hot Water Music con un bell’e.p.; in netta ripresa la scena italiana con un ritorno in grande spolvero (e madrelingua) dei Raein e con i pigliatutto Gazebo Penguins.
Grosse, grossissime delusioni invece dai La Dispute con il loro Wildlife (lo spengo sempre troppo presto) e dai Moving Mountains, che nell’ultimo album Waves hanno pulito i suoni, migliorato i testi, scritto belle canzoni, ma alla fine il disco scorre via e lascia poche tracce. Pneuma era un’altra cosa. Per quanto riguarda gli Alkaline Trio, preferisco pensare che abbiano solo skateato tutto l’anno invece di registrare inutili cover dei loro pezzi vecchi.
ANDREA LEJEUNE
1. Gazebo Penguins – LEGNA
Rabbia, parole, frasi, ricordi, lacrime e, ovviamente, un sacco di legnate.
2. Bon Iver – Bon Iver
Mille e più strati di suoni per la musica più densa dell’anno.
3. Josh T. Pearson – Last of the Country Gentlemen
Un’amica l’ha definita “musica per la crisi”, ed è proprio così. Una chitarra e una voce incredibile.
4. Middle Brother – s/t
Quando i punk suonano il country succede questo.
5. Kurt Vile – Smoke Ring for my Halo
Un disco fatto di canzoni toccanti e sbilenche. Si, ho detto canzoni.
MARCO MACCHINI
Non mi sono mai interessate più di tanto le classifiche di fine anno. Voglio dire, davvero vi interessa sapere cosa ha ascoltato durante l’anno un qualsiasi stronzo di Pitchfork? O un qualsiasi idiota di Alternative Press?
A me, in tutta sincerità, no.
Di conseguenza, spero che voi cari quattro lettori non abbiate alcun interesse a conoscere i dischi che hanno segnato il mio sciagurato anno.Devo ammettere però che, anche se trovo noiosissimo leggere le altrui classifiche, trovo quantomeno utile stilare la mia. Non divertente, ma utile.
D’altronde un’operazione del genere è un qualcosa di strettamente personale. Senza presunzione alcuna, ho pescato alcuni dischi che hanno avuto la fortuna/sfortuna di caratterizzare un determinato periodo del mio anno. Piacevole o disgraziato che fosse.
Fabio Volo direbbe che questi dischi non sono altro che dei segnalibri nell’enorme e imprevedibile libro della vita. E sticazzi.
Però non mi dispiace l’idea di tornare qua tra qualche mese, rispolverare qualche bel pezzone, e ricordare il Groezrock, o la bella gita fuori porta in furgone di qualche mese fa.
Proprio per questo la mia non è una vera e propria classifica.
I dischi sono messi a casaccio, nessuna posizione e nessun commento. Sarebbero inutili. Irrilevanti.
Giusto un pezzo per disco.
Magari potrete trovare qualcosa di sconosciuto ma di vostro interesse, chi può dirlo.
In tal caso, il passo che porta a bandcamp, o alla sempre appagante pratica del download illegale è piuttosto breve.
Credo sia tutto.
In soldoni, botti di capodanno permettendo, ci ritroveremo qui fra un annetto.
Crash Of Rhinos – Distal
Owen – Ghost Town
Bon Iver – Bon Iver
Thrice – Major/Minor
Red City Radio – The Dangers Of Standing Still
Des Ark – Don’t Rock The Boat, Sink The Fucker
Cold Cave – Cherish The Light Years
MARCO LEZZERINI
Red City Radio – The Dangers of Standing Still
Fatevi crescere la barba e indossate la vostra camicia di flanella preferita. i RCR sono i migliori esponenti dell’orgecore.
Into it. Over it. – Proper
Questo è il suo L.p. di debutto. Emo90’s, indiefolk e pop punk come se non ci fosse un domani.
Algernon Cadwallader – Parrot files
L’album della mia estate 2011 che può diventare della vostra estate 2012 se ve lo siete perso.
Chief – Apply within
Dieci tracce di punk rock, hip hop, reggae, e pop. In generale, tanta carne al fuoco da una band prevalentemente vegetariana.
Ngod – XL
E.p. della madonna. Se Kele Okereke fosse stato etero i Bloc Party suonerebbero così.
GIORGIO BONOMI
10. Toro Y Moi – Underneath the Pine
9. Beastie Boys – Hot Sauce Committee Part Two
8. Tune-Yards – Whokill
7. Fleet Foxes – Helplessness Blues
6. Yuck – Yuck
5. J Mascis – Several Shades of Why
4. PJ Harvey – Let England Shake
3. Bill Callahan – Apocalypse
2. Decemberists – The King Is Dead
1. Girls – Father, Son, Holy Ghost