Invidio quelli che sanno centinaia di canzoni a memoria, quelli che sanno a memoria i testi intendo.
Un tempo ero molto più bravo a memorizzarli, ma era anche più facile per i soliti triti e ritriti motivi che vanno dal “unavoltaaveviilcdconilbooklet” al “unavoltaascoltaviventidischiallannoenonscaricavi”.
Oggi raramente mi impegno nella lettura e nello studio dei testi, se, e quando, lo faccio è perché quello che sto ascoltando mi piace proprio tanto e non succede così spesso, nonostante mi piaccia inventarmi un disco dell’anno a settimana.
Fatta questa doverosa premessa, devo annunciare che è, finalmente, uscito il disco del 2011.
Loro sono i Middle Brother e si dice in giro siano una super-band composta da membri di bands a me, francamente, sconosciute.
I Middle Brother fanno folk-rock, in sostanza, e scrivono delle canzoni meravigliose.
Meravigliose a tal punto da farmi venire voglia di andarmi a leggere tutti i testi.
Il momento stesso in cui ho iniziato a scorrere con gli occhi i versi della prima canzone ho realizzato di quanto fosse in disuso, dalle mie parti, questa pratica.
Ho realizzato, pure, che a questo disco mi sto affezionando sul serio.
Leggere i testi di un disco è un po’ come accompagnare una ragazza a fare shopping spontaneamente e senza chiedere nulla in cambio, anche in quel caso, probabilmente, ti stai affezionando a qualcosa.
Tutto fa presagire che ci possa essere qualcosa di serio tra me e i Middle Brother, e, come succede nei rapporti personali, lascio che a giudicarlo sia il tempo.
Troppe volte sono rimasto scottato, folgorazioni per gruppi svaniti in pochi mesi, noia che prende il sopravvento nel giro di poche settimane o, semplicemente, incompatibilità tra gli elementi.
Questa volta sembra diverso perché i Middle Brother sono come una ragazza molto carina (e ad essere franchi anche piuttosto attenta alla moda) che guarda le cose con uno sguardo più profondo della media, sono, insomma, molto simili a una ragazza di cui potrei innamorarmi o, forse, l’ho già fatto.
Winter Dust 